Con una serie di importanti eventi negli ultimi 5 giorni, la città di Parigi è stata testimone della materiale transnazionalizzazione dei movimenti di democrazia radicale iniziati questa primavera nel Maghreb e nel Medio Oriente.
Giovedì 28 maggio sono arrivati in Francia, a Parigi, tra i 300 ed i 400 esuli tunisini. Dopo aver viaggiato per più di 45 giorni - dalla Tunisia fino alla piccola isola italiana di Lampedusa dove sono stati inizialmente trattenuti dalle autorità italiane e prevalendo sul tentativo del governo francese di bloccare i treni in entrata in Francia dall'Italia - questa comunità di migranti ha allestito un accampamento improvvisato in un parchetto fuori dalla capitale francese.
Quasi immediatamente, la polizia ha accolto questi giovani migranti - in prevalenza giovani uomini di età non superiore a 25 anni - con arresti di massa, invadendo militarmente il Parco della Villette dove erano accampati e lanciando una caccia all'uomo in tuta la città. Tra venerdì 29 e sabato 30 sono stati effettuati oltre 100 arresti, inclusi almeno 4 minorenni.
A seguito dell'arrivo e della persecuzione dei migranti tunisini, gli attivisti parigini - in particolare il Fronte di Liberazione Popolare Tunisino (FLPT), il Coordinamento degli Intermittenti e dei Precari (CIP) ed il Knowledge Liberation Front (KLF) - hanno iniziato ad organizzarsi per individuare luoghi protetti e supplire alle necessità di base (cibo, riparo e medicinali) per i nuovi arrivati. Anche alcuni rappresentanti dei partiti di sinistra e dei sindacati hanno iniziato ad attivarsi rispetto alla situazione d'emergenza.
Tuttavia, dopo diverse assemblee di base, la comunità tunisina ha detto chiaramente di non volere alcuna carità (colonialista) dalle organizzazioni francesi, bensì un luogo stabile e sicuro in cui poter esercitare il proprio diritto all'auto-organizzazione. Altresì, si è espressa con veemenza contro qualsiasi manipolazione politica della propria situazione da parte della sinistra istituzionale.
All'ultimo minuto è stata presa la decisione di partecipare alla tradizionale manifestazione del 1°Maggio, per attirare l'attenzione sulla situazione e riunire la comunità tunisina parigina.
La manifestazione è stata un enorme successo. Centinaia di migranti tunisini hanno creato gli spezzoni più vivaci e politicamente decisivi dell'altrimenti tradizionale marcia. Lo spezzone era aperto da un enorme striscione bianco su cui si leggeva "Né Polizia né Carità: Un luogo per organizzarsi" a firma "Tunisini da Lampedusa a Parigi". Brandendo cartelloni e manifesti a tema con su scritto "Ben Alì, Mubarak, Sarkozy..." e "Siamo venuti ad aiutarvi a fare lo stesso" il messaggio è stato chiaro: il vento maghrebino del cambiamento democratico radicale è arrivato in Europa.
Nonostante la persistente repressione poliziesca ed i tentativi della sinistra istituzionale di cooptare il crescente movimento, nella notte del Primo Maggio più di 200 migranti ed attivisti (ora ufficialmente organizzati come Collettivo dei Tunisini da Lampedusa) hanno occupato un edificio nel 19° arrondissement di Parigi. Sebbene la polizia sia arrivata quasi immediatamente sul luogo ed abbia provato ad irrompere nell'edificio ed arrestare gli occupanti, un sit-in notturno all'esterno e la resistenza fisica all'interno sono finora riusciti a prevalere sui tentativi di sgombero.
Attualmente, la Città di Parigi sta provando a negoziare tra gli occupanti ed il governo nazionale e la polizia. E' stata convocata per stanotte un'assemblea di gestione per proseguire questa nuova mobilitazione. Ma una cosa è certa: questo movimento autonomo, transnazionale e dal basso non ha intenzione di rinunciare al proprio diritto ad auto-organizzarsi, né cadrà nella trappola della manipolazione politica da parte della sinistra istituzionale.
Giovedì 28 maggio sono arrivati in Francia, a Parigi, tra i 300 ed i 400 esuli tunisini. Dopo aver viaggiato per più di 45 giorni - dalla Tunisia fino alla piccola isola italiana di Lampedusa dove sono stati inizialmente trattenuti dalle autorità italiane e prevalendo sul tentativo del governo francese di bloccare i treni in entrata in Francia dall'Italia - questa comunità di migranti ha allestito un accampamento improvvisato in un parchetto fuori dalla capitale francese.
Quasi immediatamente, la polizia ha accolto questi giovani migranti - in prevalenza giovani uomini di età non superiore a 25 anni - con arresti di massa, invadendo militarmente il Parco della Villette dove erano accampati e lanciando una caccia all'uomo in tuta la città. Tra venerdì 29 e sabato 30 sono stati effettuati oltre 100 arresti, inclusi almeno 4 minorenni.
A seguito dell'arrivo e della persecuzione dei migranti tunisini, gli attivisti parigini - in particolare il Fronte di Liberazione Popolare Tunisino (FLPT), il Coordinamento degli Intermittenti e dei Precari (CIP) ed il Knowledge Liberation Front (KLF) - hanno iniziato ad organizzarsi per individuare luoghi protetti e supplire alle necessità di base (cibo, riparo e medicinali) per i nuovi arrivati. Anche alcuni rappresentanti dei partiti di sinistra e dei sindacati hanno iniziato ad attivarsi rispetto alla situazione d'emergenza.
Tuttavia, dopo diverse assemblee di base, la comunità tunisina ha detto chiaramente di non volere alcuna carità (colonialista) dalle organizzazioni francesi, bensì un luogo stabile e sicuro in cui poter esercitare il proprio diritto all'auto-organizzazione. Altresì, si è espressa con veemenza contro qualsiasi manipolazione politica della propria situazione da parte della sinistra istituzionale.
All'ultimo minuto è stata presa la decisione di partecipare alla tradizionale manifestazione del 1°Maggio, per attirare l'attenzione sulla situazione e riunire la comunità tunisina parigina.
La manifestazione è stata un enorme successo. Centinaia di migranti tunisini hanno creato gli spezzoni più vivaci e politicamente decisivi dell'altrimenti tradizionale marcia. Lo spezzone era aperto da un enorme striscione bianco su cui si leggeva "Né Polizia né Carità: Un luogo per organizzarsi" a firma "Tunisini da Lampedusa a Parigi". Brandendo cartelloni e manifesti a tema con su scritto "Ben Alì, Mubarak, Sarkozy..." e "Siamo venuti ad aiutarvi a fare lo stesso" il messaggio è stato chiaro: il vento maghrebino del cambiamento democratico radicale è arrivato in Europa.
Nonostante la persistente repressione poliziesca ed i tentativi della sinistra istituzionale di cooptare il crescente movimento, nella notte del Primo Maggio più di 200 migranti ed attivisti (ora ufficialmente organizzati come Collettivo dei Tunisini da Lampedusa) hanno occupato un edificio nel 19° arrondissement di Parigi. Sebbene la polizia sia arrivata quasi immediatamente sul luogo ed abbia provato ad irrompere nell'edificio ed arrestare gli occupanti, un sit-in notturno all'esterno e la resistenza fisica all'interno sono finora riusciti a prevalere sui tentativi di sgombero.
Attualmente, la Città di Parigi sta provando a negoziare tra gli occupanti ed il governo nazionale e la polizia. E' stata convocata per stanotte un'assemblea di gestione per proseguire questa nuova mobilitazione. Ma una cosa è certa: questo movimento autonomo, transnazionale e dal basso non ha intenzione di rinunciare al proprio diritto ad auto-organizzarsi, né cadrà nella trappola della manipolazione politica da parte della sinistra istituzionale.
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